Via Taddeo da Sessa, la strada delle puttane

Via Taddeo da Sessa, la strada delle puttane

Via Taddeo da Sessa, la strada delle puttane

  • Posted by Gianni Molinari
  • On 12 Novembre 2018
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Capita che dopo le 23 a Napoli, al Centro Direzionale, dove lavoro, l’unico mezzo per tornare a casa (non avendo l’auto) sia il taxi.

Il taxi ti viene a prendere in un posto che si chiama “ex-edicola” (e già questo dovrebbe far capire l’aria che tira nel mondo dell’editoria) vicino a una fermata degli autobus e a bidoni resi colmi di ogni rifiuto da gente, chissà da dove viene, che ferma la macchina e scarica con non chissà cosa.

Lì c’è tutte le sere una ragazza dell’Est Europa. Sempre la stessa. Aspetta i “clienti”. Alle sue spalle – in un’auto occultata dietro una siepe – c’è spesso, ma non sempre, un “distinto” signore che la controlla.

Il taxi arriva sempre nei tempi assegnati dalla centrale: arriva dal parcheggio di Piazza Garibaldi. I tassisti raccontano che concluso l’arrivo dei treni veloci finiscono pure i clienti.

Quindi va bene pure venire a via Taddeo da Sessa-ex edicola. Ora hanno pure capito che c’è qualche giornalista del Mattino a piedi.

Prima era meglio evitare.

Qualche volta però Italo e Frecciarossa si portano via tutti i taxi e la corsa si fa attendere.

Se non c’è il “distinto signore” e se non ci sono potenziali clienti che avanzano le loro, a volte, singoli richieste, scambio qualche parola con la ragazza dell’Est.

Naturalmente nessuna di queste – ce ne sono altre più avanti o sul marciapiede di fronte – ha scelto di fare questo lavoro: loro avevano visto l’Italia in tv, molte hanno bisogno di mandare soldi in paesi sperduti della Moldavia, della Romania, dell’Ungheria. 

Sono venute in cerca di fortuna. Sono finite in un baratro dal quale si esce solo nei film.

Sig. Alessandro Di Battista purtroppo “le uniche puttane” sono queste disgraziate che, Le assicuro, hanno una dignità superiore alla Sua che ci scrive dalle lunghe meritate vacanze che si è preso dopo 5 lunghi anni di dura opposizione e che non potranno mai fare un giorno di vacanza “pagato”. 

 

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