Alitalia-Etihad: fuori le low cost
- Posted by Gianni Molinari
- On 22 Aprile 2014
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Le condizioni degli arabi di Etihad per salvare l’Alitalia dopo la cura (800 milioni a fondo perduto e 4,5 miliardi di costi complessivi, secondo valutazioni di Pietro Ichino) dei patrioti raccattati da Berlusconi per sbarrare il passo al primo progetto AirFrance (che offriva complessivamente 2,5 miliardi tra investimenti e accollo dei debiti) saranno pure l’ultima spiaggia per l’ex compagnia di bandiera ma puzzano parecchio di monopolio.
Se da un lato ci sono condizioni ragionevoli e, in un certo senso inevitabili, (debiti, esuberi, alta velocità con Fiumicino e liquidazione nei fatti dell’inutile Malpensa), dall’altro spunta la voglia di fare piazza pulita delle compagnie low cost.
Gli arabi hanno visto i numeri e hanno capito che per rianimare il cadavere alato bisogna eliminare i principali concorrenti: le compagnie low cost.
Posto che il treno ad alta velocità ha ridimensionato la tratta dalle uova d’oro (in monopolio) Roma-Milano (che arranca al terzo posto nei collegamenti nazionali, dietro la Fiumicino-Catania ed è tallonata dalla Palermo-Fiumicino), il vero mercato aereo italiano è quello del medio raggio: le destinazioni europee. Che sono dominate dalle low cost.
Salvare la bandiera, ancora una volta a spese del portafogli degli italiani.
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