Biglietti e voli per isole, chi vuole il caos?
- Posted by Gianni Molinari
- On 18 Novembre 2023
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C’è un motivo che dovrebbe sconsigliare azioni azzardate nel mondo del trasporto aereo: l’Italia è diventata, grazie al crac Alitalia, assolutamente marginale: la sua nuova compagnia di bandiera Ita è 17/a e presto passerà – per fortuna – sotto le insegne della Lufthansa e il suo primo aeroporto, Roma Fiumicino, è solo nono.
E le relazioni con gli altri paesi europei non vanno tanto bene: delle 40 tratte più frequentate nel 2023 (tolte le 9 che sono relazioni all’interno delle nazioni) su 31 solo due sono verso l’Italia: 14/o posto dalla Francia (che ha registrato una crescita del 4% rispetto allo stesso periodo del 2022) e al 16/o posto dalla Germania (che ha tuttavia subito una flessione del 22% rispetto al 2022).
Altre due tratte sono dall’Italia verso la Spagna (15/o posto +5%) e il Regno unito (18/o posto, -11%) ma tra le prima 40 non ci sono le tratte inverse!
Pesi assolutamente incongrui rispetto al peso demografico, economico e turistico dell’Italia. Che tuttavia, condannata alla seconda fila da scelte avventate e soldi buttati con i molti fallimenti Alitalia, continua a volare solo grazie a compagnie estere.
Su 77 compagnie aeree che volano in Italia solo 4 sono registrate in Italia, Ita, Neos, Air Dolomiti, Aeroitalia. Air Dolomiti è di proprietà di Lufthansa.
Cioè le compagnie registrate in Italia nel 2022 hanno trasportato l’8,12% del 164 milioni di passeggeri transitati nel paese che scende al 7,28% se si considerano solo le tre di proprietà italiana!
Il governo italiano dopo aver impegnato ingenti risorse pubbliche per la palingenesi di Alitalia in Ita è impegnato ora da qualche mese nella dura battaglia dei biglietti con le isole, in particolare, con la Sicilia.
Una battaglia che ha visto momenti elevati con il decreto Asset all’insegna della furia francese e ritirata spagnola.
Al momento – con quello annunciato e subito celebrato oggi – sono tre: il primo risale a dicembre 2022 e dovrebbe concludersi alla fine dell’anno. L’ultimo è del 14 novembre sempre con conclusione lunga: 31 dicembre 2024!
L’indagine conoscitiva avviata il 14 novembre riguarda “l’uso degli algoritmi di prezzo nel trasporto aereo passeggeri sulle rotte di collegamento tra la penisola e la Sicilia e la Sardegna, caratterizzate da particolari esigenze di mobilità”.
Le due isole maggiori che hanno diritto alla continuità territoriale, cioè a sconti per i residenti finanziati dallo Stato e dalle Regioni: la Sicilia ha messo altri 27,5 milioni di euro – tra fondi regionali e per l’insularità – per abbattere fino al 50% il costo dei biglietti per i collegamenti da e per l’Isola per le tratte Roma, Milano e Bergamo- A beneficiarne per 13 mesi saranno i siciliani residenti, gli studenti, chi ha un reddito Isee fino a 9.360 euro, gli anziani con più di 65 anni, i viaggiatori per ragioni sanitarie, i giovani under 26, i disabili con almeno il 67 per cento di invalidità, gli atleti agonisti, i dipendenti con sede di lavoro fuori dalla regione. In pratica tutti.
Ma a un certo punto l’Enac è intervenuto per spiegare che il “bando è aperto a tutti i vettori aerei titolari di licenza di esercizio rilasciata da uno Stato dell’Unione Europea che intendono effettuare le rotte beneficiarie, come riportato nel decreto, anche nelle prossime stagioni di traffico, a partire dalla summer 2024”. Per tradurre non è solo per Ita e Aeroitalia.
E, quindi, in attesa dei risultati dell’indagine (31 dicembre 2024) e anche di quella di dicembre 2022 (a fine 2023) chi paga cosa e a chi serve questo continuo polverone sul trasporto aereo?
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