E se il petrolio della Val d’Agri stesse finendo?
- Posted by Gianni Molinari
- On 24 Agosto 2023
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Quando nel 1998 furono sottoscritti gli accordi per le estrazioni di petrolio dalle concessioni della Val d’Agri qualcuno spiegò che la vita del giacimento – così come disegnato – era definibile in 20 anni: passato quel periodo per continuare a estrarre petrolio sarebbe stato necessario fare altri pozzi.
Lo sfruttamento dei giacimenti hanno un inizio e una fine: a tal uopo vale la pena ricordare che in Basilicata nel 2020 il pozzo di Serra Pizzuta, nell’omonima concessione, ha cessato di estrarre olio.
I 20 anni sono passati (da un pezzo) e i rumors riferiscono che dai pozzi esce petrolio e acqua e che per estrarre il tanto greggio che c’è servirebbero nuovi pozzi.
Siccome non tutti i lucani erano felici – a torto, o a ragione – delle estrazioni petrolifere nessuno si incaricò di spiegarlo bene e soprattutto nessuno – in tutti questi anni – si è preoccupato dell’arrivo della fine (che ovviamente non è domani, né dopodomani, ma ci sarà).
Ora che siamo in prossimità di decisioni da prendere (nuovi pozzi per continuare a estrarre) sarebbe il caso di cominciare a pensarci.
In ballo ci sono più cose di quello si può pensare: a cominciare dalla royalties. Nel 2023 la Regione Basilicata ha raccattato dal giacimento della Val d’Agri ben 122 milioni di euro, il comune di Viggiano 10,7 milioni, quello di Calvello 2,7 milioni e anche altri quattro dell’area (per importi minori).
Senza questi soldi regge il bilancio della Regione Basilicata (per esempio qui ci sono i dieci decisivi milioni all’Università della Basilicata)?
(per evidenziare meglio l’andamento delle tre concessioni si possono isolare cliccando sul relativo item della legenda)
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