Guazzabuglio pensioni, 17.500 italiani ne percepiscono 4

Guazzabuglio pensioni, 17.500 italiani ne percepiscono 4

  • Posted by Gianni Molinari
  • On 17 Dicembre 2017
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Ci sono 17.500 italiani che percepiscono ogni mese quattro o più tipi di pensione. In media all’anno fanno euro 30mila (naturalmente lordi): spesa complessiva milioni di euro 530, di cui 164 per la pensione di vecchiaia e 366 per le altre.

Per carità quei 30mila euro lordi non garantiscono (in media) una vita da pascià, né la spesa per le “altre” pensioni (366 milioni) cambia il destino dell’Inps e del Paese.

Però, però. Giocando con il grafico (scegliendo nella tendina l’aggregato che interessa), si scopre che tra il “monopensionato” e il “4 e più ci sono, in media, diecimila euro di differenza. Ma 17.500 è appena l’0,08% dei 22,9 milioni di pensioni erogate e che la spesa “supplementare” e appena lo 0,13% della spesa pensionistica complessiva.

Vero è che se si passa a “due pensioni per testa” si passa all’11,25 del totale delle pensioni e al 7,38% della spesa.

 

 

Questo per dire che, sciaguratamente, il sistema delle pensioni (più l’assistenza pagata dall’Inps) è così intricato che soluzioni chirurgiche non ne esistono, né per il presente, né per il futuro. Che qualunque cosa si tocchi genererà corpose spinte alla neutralizzazione.

L’unica cosa chiara è che l’Italia spende tanto: 282,4 miliardi di euro. Che ci sono intere regioni che hanno le pensioni come prima “attività economica”, che le pensioni di invalidità presentano curiose differenze territoriali, che le pensioni per i superstiti sono 4,7 milioni e quelle assistenziali 4,4 milioni.

Per mettere in relazione qualche numero: il Pil 2016 è stato di 1.672 miliardi di euro, le esportazioni sono state di 417 miliardi di euro (400 in capo all’industria manifatturiera, cioè un quarto del Pil! alla faccia di chi dice che l’industria è finita!), che il prelievo fiscale è stato di 717 miliardi di euro.

Quella delle pensioni è una giungla dove è impossibile intervenire di “fino”. Bisogna forse riabilitare i tanto vituperati “tagli lineari” di tramontiana memoria. Ma se ne parla dopo le elezioni.

 

 

 

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