I voli, la Sicilia e i prezzi di Natale….. 2022

I voli, la Sicilia e i prezzi di Natale….. 2022

  • Posted by Gianni Molinari
  • On 21 Settembre 2023
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Avendo negli ultimi giorni assistito a uno degli show più interessanti della stagione estiva il decreto taglia prezzi, gli insulti reciproci Ryanair-ministro Urso (denominato Urss per una certa visione che richiama i piani quinquennali del Pcus….), il ruolo del presidente dell’Enac, già socialista, poi nominato in quota Cinquestelle e ora dato in quota Fdi, la retromarcia sul tetto dei prezzi nel menzionato decreto e, infine, l’apertura dell’istruttoria dell’antitrust su Ryanair per i cosiddetti servizi accessori  – sorge spontanea la domanda, di fronte a cotanto balletto: a qualcuno interessi realmente il prezzo dei biglietti per le isole, cioè la Sicilia?

E perché solo la Sicilia? Anche la Sardegna è nel pacchetto estivo con i suoi tre aeroporti (Cagliari, Alghero e Olbia che stanno andando verso la fusione in una società unica di gestione).

Questo grafico spiega perché la partita si gioca intorno alla Sicilia.

La Sicilia ha 4,7 milioni di abitanti, la Sardegna 1,6: le prime otto tratte italiane sono relazioni tra Catania e Palermo con Roma e Milano. Un traffico diciamo “non turistico”, non soggetto alla stagionalità del turismo.

Un flusso costante, un business interessante. Cinque milioni di passeggeri che possono fare gola a molti, comprese compagnie che non hanno aerei e che vanno raccattando contratti in giro o manager nostalgici dei bei tempi del monopolio Alitalia (a proposito c’è mai stata un’istruttoria dell’Antitrust sulla Roma-Milano o sulle altre gloriose amenità che hanno consegnato al Paese una compagnia decotta, vari fallimenti, qualche buffone e miliardi di debiti?).

Quindi, il turismo non c’entra nulla o quasi. E nulla c’entrano i prezzi fuori controllo dell’estate.

Come ho spiegato qui le dinamiche dei prezzi vanno molto al di là del fantomatico algoritmo!

Quanto ai prezzi gioverebbe ricordare che sul caso prezzi per la Sicilia ma a Natale del 2022, l’Antitrust a fine dicembre 2022 ha aperto un’istruttoria che coinvolge Ryanair, Wizzair, Easyjet e Ita che giova ricordare essere di proprietà del ministerio dell’Economia e ora – non a dicembre 2022 – promessa in sposa a Lufthansa.

L’Autorità si è presa un anno (31 dicembre 2023) per chiudere l’istruttoria: verrebbe da ironizzare sui tempi per definire una questione – i prezzi nel periodo di Natale 2022 – bella e definita.

Ma quello che è ancora più curioso e che in un certo senso rafforza la posizione di Ryanair.

Scrive l’Autorità nell’istruttoria avviata nel 2022:

Ryanair, ITA Airways, Wizz Air e EasyJet sono le principali compagnie aeree che offrono servizi di trasporto aereo nazionale verso la Sicilia, con numero di frequenze operate che varia da tratta a tratta ma che, con riferimento alle tratte più rilevanti (quali la Milano/Palermo e la Milano/Catania e la Roma/Palermo, e la Roma/Catania), può arrivare complessivamente fino a 20 voli giornalieri per tratta (“v/g”).

In particolare, alla luce dei dati ricavabili dalle piattaforme delle Segnalate, per la tratta Milano/Catania l’offerta massima di ITA è di 7 v/g, quella di Ryanair di 6 v/g, quella di EasyJet di 5 v/g e quella di Wizz Air 3 v/g; per la tratta Roma/Catania l’offerta massima di ITA è di 7 v/g e quella di Ryanair di 5 v/g.

Le uniche tratte in cui sono presenti tutte e quattro le compagnie sono la Milano/Catania e la Milano/Palermo.

Cosa significa ciò? Che esisteva ed esiste una frammentazione dei voli tra le 4 compagnie e che l’Agcm deve dimostrare l’esistenza di un cartello. se fosse vero del cartello ne farebbe parte – tramite Ita  –  il ministero dell’Economia.

La nuova istruttoria, il cui relatore è il commissario Saverio Valentino, un importante avvocato con studio a Piazza di Spagna a Roma, figlio dell’ex parlamentare di An Giuseppe Valentino, ha anch’essa un’orizzonte lungo: il 31 dicembre 2024.

Tempi siderali, tanto che eventuali provvedimenti non serviranno a determinare cambi di comportamento (oltre al fatto che moltissimi atti dell’Agcm vengono cassati dalla giustizia amministrativa) che, per quanto è veloce il mondo dell’aviazione, già avranno altre forme.

C’è anche una curiosità l’istruttoria di dicembre 2022 è in capo alla “Direzione Agroalimentare, Farmaceutico e Trasporti della Direzione Generale per la Concorrenza”, quella resa nota ieri 20 settembre (ma avviata nell’adunanza del 14 settembre 2023  su segnalazioni giunte il 10 maggio, il 6 giugno e il 26 giugno) è in capo o la “Direzione Credito Assicurazioni Poste Servizi Turismo e Sport del Dipartimento Concorrenza”.

Ryanair certo non si è fermata e ieri  – 20 settembre – proprio mentre l’Agcm faceva sapere l’avvio della nuova istruttoria ha bussato alla porta del governatore della Sicilia, Schifani che nelle scorse settimane aveva avuto parole durissime nei confronti della compagnia aerea.

Eddie Wilson, amministratore delegato di Ryanair, si è presentato con l’operativo invernale per i tre scali siciliani (Catania, Palermo e Trapani), con 5 nuove rotte internazionali per Bucarest, Norimberga, Parigi, Praga e Tirana, oltre a un aumento delle frequenze su altre 15 rotte per city break invernali come Barcellona, Bruxelles, Budapest e Cracovia. Ha annunciato che baserà un nuovo aeromobile B737 all’aeroporto di Catania, portando a 7 la flotta totale della compagnia aerea in Sicilia.

«Mentre quest’inverno stiamo aumentando le rotte internazionali da/per la Sicilia – ha proclamato Wilson – la crescita domestica ha purtroppo subito un rallentamento a causa del decreto illegale del Governo Italiano sul tetto dei prezzi, che limita la libertà delle compagnie aeree di fissare tariffe aeree basse. Il diritto comunitario garantisce alle compagnie aeree la libertà di fissare i prezzi, ma questo decreto illegittimo danneggia il traffico domestico e, purtroppo, ha costretto Ryanair a tagliare del 10% il suo network italiano da/per la Sicilia, con la conseguenza non voluta di ridurre la scelta ed aumentare le tariffe per i siciliani. Ryanair ha dimostrato ampiamente il suo impegno sul mercato siciliano fino ad oggi, in quanto è stata la prima compagnia aerea che ha portato tariffe basse rivoluzionarie con una maggiore scelta di rotte domestiche ed internazionali tutto l’anno».

Significa che saltano le rotte Palermo per Forlì e Cuneo, nonché da Trapani per Pisa e Treviso (cioè una mezza furbata,,,,,).

Wilson deve essere stato davvero convincente, tanto che Schifani ha cambiato completamente linguaggio!

«Sono pienamente cosciente dell’importante ruolo che Ryanair riveste nel mercato italiano e soprattutto in quello siciliano, per questo ho accolto la richiesta di un incontro che potrebbe segnare l’avvio di una nuova stagione di dialogo nell’interesse dei siciliani e di quanti vogliono venire a visitare la nostra regione. È chiaro che il nostro obiettivo era e rimane quello di garantire prezzi più accessibili per il trasporto aereo e, per questo, il mio governo continuerà a fare in modo che venga favorita la libera concorrenza e contrastato ogni episodio di inaccettabile aumento dei prezzi. Valutiamo anche l’ipotesi di avviare un tavolo tecnico per un confronto costante e costruttivo». Così il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani al termine dell’incontro di questa mattina, a Palermo, con il Ceo di Ryanair Eddie Wilson. «Ringrazio Wilson per la cortese visita – ha aggiunto – Ho ascoltato con attenzione l’analisi delle attività svolte in passato dal vettore che ha portato in Sicilia milioni di passeggeri, contribuendo alla crescita delle presenze turistiche straniere e nazionali sull’Isola. Ho, inoltre, preso atto dei nuovi programmi di investimento della compagnia».

E siccome si trovava il ceo di Ryanair ha chiesto a Schifani di togliere l’addizionale municipale.

«Siamo consapevoli che il governo regionale non può toglierla direttamente – ha spiegato – ma può sostenerci a Roma in questa richiesta. È un’abolizione che sarebbe attrattiva non solo per Ryanair ma anche per altri vettori».

Un altro tema di scontro tra Ryanair e l’Italia. A Venezia Ryanair ha già tagliato alcune tratte, a Brindisi, invece, dopo il dietrofront del comune è rimasta. A Napoli aspetta la trattativa impantanata tra Gesac e Comune e anche il Tar a novembre.

 

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