Il danno del monopolio

  • Posted by Gianni Molinari
  • On 29 Luglio 2012
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  • Ilva; Taranto; monopolio; monopsonio; monocultura; industria; sistemi locali del lavoro

Il monopolio è sempre un danno.

E’ un danno per il singolo cittadino, è un danno per la comunità, è un danno per le imprese. Comunque lo si prenda, il monopolio crea distorsioni, cattivo uso delle risorse, rendite di posizione, prezzi alti. Il primo assillo del governo economico di un Paese dovrebbe essere quello di evitare ogni condizione che possa consentire un monopolio.

Vorrei provare a leggere la complessissima vicenda dell’Ilva di Taranto guardando le condizioni di sostanziale monopsonio nel mercato del lavoro che quell’azienda man mano ha acquisito negli anni.

Gli Sll secondo l’Istat

Basta guardare quanto è largo il sistema locale del lavoro (I sistemi locali del lavoro sono aggregazioni di comuni che identificano mercati del lavoro omogenei. Non ci sono vincoli amministrativi, quindi un sistema locale può essere formato da comuni appartenenti a province o regioni diverse. I sistemi locali del lavoro sono individuati a partire dall’informazione sul pendolarismo – spostamenti dei componenti familiari tra comuni per motivi di lavoro – presente nel questionario del censimento della popolazione) di Taranto.

L’attrazione di Taranto – e della sua principale impresa – ha annientato l’economia di un’area molto vasta. Con l’eccezione di Roma – e del suo apparato pubblico – nessun altro territorio (con quella popolazione) ha una caratteristica così forte.

Cosa ha comportato questo? La monocultura industriale (una sola produzione), quella imprenditoriale (una sola impresa). Questo magari andava bene nei tempi della finta economia di mercato ante caduta del muro (anche in Italia l’economia, in fondo, ma non troppo, era di tipo socialista con qualche distorsione rispetto al modello originario!), quando il padrone dell’Ilva era lo Stato che provvedeva a sistemare con i fondi di dotazione delle Partecipazioni Statali ogni cosa. Ma quando il mondo è cambiato quel tipo di economia non ha più retto.

E oggi di fronte a una situazione complessissima che mette lavoro e ambiente ancora una volta contrapposti, emerge quanto grande sia l‘errore della monocultura e del monopolio con una città legata mani e piedi a una sola fabbrica.

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