
Il telefono allunga la vita o solo la lingua? Apologia dello scatto alla risposta
- Posted by Gianni Molinari
- On 25 Maggio 2016
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Quante conversazioni al telefono sono effettivamente utili, quante potrebbero essere più brevi?
Le prime tariffe dei cellulari, agli inizi degli anni ’90, comprimevano le conversazioni: del resto il cosiddetto “peak time” costava intorno alle 1.600 lire al minuto dell’epoca (1.574 Tempo Libero di Omnitel che però aveva una rete biricchina!) e intorno alle 200 lire al minuto la sera dalle 20.30 (o 21 non ricordo bene) fino alle 7 del giorno dopo.
Poi, per fortuna di tutti, la liberalizzazione e l’arrivo di numerosi operatori (veri e virtuali) le tariffe sono cambiate e a un certo punto sono arrivati i “minuti illimitati” anche a 5 euro al mese.
E soprattutto è, in pratica, sparito lo scatto alla risposta: ecco prima di fare una telefonata ti chiedevi: “E’ necessaria?”
Tariffe flat e niente scatto alla risposta: una benedizione! Ma forse no.
Forse no, quando in treno per un viaggio di tre ore sono costretto ad ascoltare tutto il gossip di una comitiva di quarantenni, ma solo una delle versioni, o il piacente giovanotto ripetere tre/quattro volte la stessa storia ad altrettante fanciulle convinte di essere le uniche, o subire i lunghi convenevoli di decine di individui che convinti di captare benevolenza per arrivare al dunque passano in esame lo stato del pianeta.
Ho nostalgia dello scatto alla risposta, era la barriera della civiltà!
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