Inflazione & prezzi, toh chi si rivede…

Inflazione & prezzi, toh chi si rivede…

  • Posted by Gianni Molinari
  • On 22 Luglio 2023
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La nostalgia per gli anni ’80 è fortissima in questo paese: la disco music, i paninari, i Mondiali ….. i prezzi amministrati. cioè i prezzi per alcuni beni decisi dallo Stato (o da qualche sua articolazione).

Il governo italiano si sta preparando a una mossa che ricorda i prezzi amministrati: “calmierare” i prezzi di alcuni beni alimentari per bloccare la spirale degli aumenti.

Di interventi sui prezzi si parla dall’autunno del 2021 quando, mentre la Russia preparava l’invasione dell’Ucraina, cominciò a schizzare il prezzo del gas, prima, e quello del petrolio, poi.

L’aumento delle materie prime energetiche si è innescata una spirale inflattiva che ha trascinato in alto tutti i prezzi, anche quelli che non dovevano crescere.

Ora siccome il costo delle materie prime energetiche è diminuito (insieme al costo del trasporto dei container che ha avuto anche un suo ruolo nella spirale inflattiva, ma siccome questa informazione non è figa al pubblico viene negata, magari chi dovrebbe farla circolare non sa nemmeno di cosa si parla!) e l’inflazione sta scendendo più o meno con la stessa velocità con cui è cresciuta non si assiste a pari comportamento di tutta la comitiva sugli scaffali di mercati, negozi e supermercati.

Perché? 

Qui in teoria si entra nelle nebbie, in pratica si sa bene di cosa si parla ma non si può dire.

Togliamo di mezzo subito una questione: molti prodotti agricoli (a cominciare dalle ciliegie) sono stati soggetti a effetti negativi del meteo e le produzioni sono inferiori alla media degli anni scorsi. Il prezzo in questi casi naturalmente prende la via dell’alto. Quest’anno l’alto è stato più alto perché c’è stata una componente in più: energia e fertilizzanti.

Tolta questa giusta eccezione, chiediamoci come si muovono i prezzi e perché sono elastici solo in crescita e diventano anelastici a scendere?

La questione, a mio parere, è sempre la stessa: l’opacità dei mercati (quelli agricoli hanno un problema di intermediazione che in alcuni casi si può definire mafiosa) anzitutto, poi la presenza degli oligopoli – meglio gli oligopoli – molto amati in questo paese che ha un retaggio culturale che riporta all’economia socialista (infatti, si parla sempre di piani….), con accordi nemmeno tanto nascosti sui prezzi, infine un aspetto molto psicologico che si è appalesato con l’euro in tutta la sua bellezza: il sistema metrico decimale!

Siamo naturalmente portati a tendere allo zero, al dieci: per facilità.

La questione è che chi fa i prezzi conosce solo una direzione: l’andata!

E quindi la soluzione è quella più socialista di tutte: il governo che decide i prezzi. Peraltro un governo che si definisce di destra, per quello che può valere ancora l’aspetto ideologico culturale.

Ma nel 2023 può farlo?

Può provarci, certo è più semplice che chiarire le opacità (che portano voti a tutti, vedi tassisti e balneari) e smantellare gli olipopoli (che finanziano direttamente e indirettamente la politica).

Alla fine vale il modello carburanti: tanto rumore, molte minacce, zero fatti. e la benzina è a due euro.

 

Finirà così anche per  i biglietti degli aerei: avanzata francese (attacco diretto, convocazione delle compagnie, minacce sulla regolazione…..), ritirata spagnola: intervento sui voli italiani, anzi regole sugli algoritmi che definiscono i prezzi, poi si accorgeranno che i prezzi, quelli sparati in tv, erano prezzi di punta e quindi finita l’estate finita la giostra.

Complimenti e alla prossima.

 

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