
Istruzione e fisco progressivo: ecco perché il modello Europa funziona ancora
- Posted by Gianni Molinari
- On 11 Dicembre 2019
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L’Europa sta meglio del resto del mondo. E i suoi cittadini stanno meglio di quelli delle altre più grandi nazioni.
Soprattutto la distribuzione del reddito in Europa è meno diseguale che nel resto del mondo.
Il rapporto sulle disuguaglianze nel mondo realizzato dal WID.world, un progetto collaborativo di ricerca aggregata iniziato nei primi anni duemila, che oggi vede associati più di cento ricercatori in più di settanta paesi in tutti i continenti, apre gli occhi e offre dati inediti e una metodologia du analisi innovativa.
Nel 2016 la percentuale di reddito nazionale assorbito dal 10% dei massimi detentori di reddito del paese era il 37% in Europa, il 41% in Cina, il 46% in Russia, il 47% in Stati Uniti e Canada, e circa il 55% in Africa subsahariana, Brasile e India.
In Medio Oriente, la regione con la maggiore disuguaglianza secondo le nostre stime, il 10% dei massimi detentori di reddito del paese acquisisce il 61% del reddito nazionale.
L’Europa, e in particolare l’Italia e i paesi Scandinavi, hanno anche percentuatli ridotte (7,5% la Penisola).
Riguardo alla categoria dei “super-ricchi”, cioè l’1% della popolazione facoltosa: in Italia i “super-ricchi” possiedono il 7,2% della ricchezza totale; negli Stati Uniti e in Russia il 20,2%, in Brasile il 28,%, nella Repubblica Centrafricana il 30!
Di contro il 50 per cento più povero della popolazione europea possiede più reddito dell’equivalente degli altri paesi.
I “poveri” italiani possiedono il 24,4 per cento del reddito contro il 12,6 per cento degli Stati Uniti.
Cosa significa tutto questo?
Significa che le politiche sociali, di redistribuzione e le aliquote progressive hanno creato società con minori disuguaglianze.
Scrivono i curatori deòl rapporto (tra cui Thomas Piketty)
L’andamento della disuguaglianza dei redditi osservato negli Stati Uniti è in gran parte dovuto a ingenti disuguaglianze nel livello di istruzione, associate a un sistema fiscale divenuto sempre meno proporzionale, nonostante il forte aumento salariale iniziato negli anni ottanta e quello dei redditi da capitale verificatosi negli anni duemila. Nello stesso periodo l’Europa continentale ha visto un minore declino della proporzionalità fiscale, mentre il divario salariale veniva moderato dalle politiche di adeguamento salariale e di maggiore accessibilità all’istruzione, che andavano a maggior beneficio delle classi di reddito medie e basse. Nelle due regioni la disparità di reddito fra uomini e donne è diminuita, ma rimane particolarmente accentuata nelle fasce più alte della piramide distributiva.
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