Italia-Germania 4-3, cinquantanni dopo
- Posted by Gianni Molinari
- On 4 Luglio 2017
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La “sofferenza” nel rapporto con la Germania (e viceversa) esplode quando arrivano i dati della disoccupazione (e disoccupazione): a giugno il tasso di disoccupazione 5,5% è il più basso degli ultimi 26 anni.
La Germania negli ultimi 26 ha assorbito l’Est, un paio di crisi mondiali e un milione di profughi.
In Italia sempre a giugno il tasso di disoccupazione è in risalita all’11,3%.
Ma Italia e Germania non sono paragonabili. Generalmente non si possono paragonare due sistemi-paesi, pur entrambi all’interno di un Unione economica. Anche perché il “pacchetto” va preso per intero.
Anzitutto la differenza la fa la scuola. In Germania esistono in sostanza due strade: il Gymnasium da una parte apre la strada al percorso degli studi accademici, dura tra gli otto e i nove anni. Ed è considerata una scuola molto dura. Poi ci sono le scuole tecnico professionali: Realschule e Hauptschule che si basa su un sistema duale scuola/azienda.
Già all’uscita dalla scuola le competenze sono mediamente più alte.
Inoltre dal 2002 la Germania ha cominciato la riforma del mercato del lavoro.
Questo “combinato disposto” porta, oltre a tutto il resto, al tasso di disoccupazione al 5,5%.
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