La classe dirigente “italica” di Bassetti e Meldolesi
- Posted by Gianni Molinari
- On 12 Febbraio 2016
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E’ sorprendente l’interesse che nel mondo c’è per l’Italia.
Il concetto che all’estero c’è del nostro Paese è di gran lunga superiore a quello che gli italiani in patria hanno.
Certamente conta l’ “Italian style” nelle sue varie forme, ma molto conta il lavoro e il peso degli italiani emigrati.
E questi “italici”
oggi possono essere chiamati a contribuire a elaborare politiche mirate a riposizionare il Sud Italia come zona nevralgica ed egemone su temi quali l’avvento delle macroregioni e lo sviluppo di sinergie con il mondo Mediterraneo.
E’ la tesi di Luca Meldolesi e Piero Bassetti.
Piero Bassetti, primo presidente della Regione Lombardia, è oggi presidente di Globus et Locuse della Fondazione Giannino Bassetti.
Nel suo libro Svegliamoci italici! Manifesto per un futuro glocal (Marsilio, 2015), l’autore evidenzia la scoperta di un “fatto”:
la presenza, nel mondo, di milioni di persone che dobbiamo abituarci a chiamare “italici”. Sono i cittadini italiani in Italia e fuori della penisola, ma anche ticinesi, dalmati, titani e loro discendenti, gli emigrati italiani nelle due Americhe e in Australia (una gran parte dei quali provenienti dal Sud del nostro Paese), gli italofoni e coloro che, senza avere una goccia di sangue italiano, hanno abbracciato valori e stili di vita condivisi. Hanno cittadinanze diverse, vivono in paesi distanti tra loro, culturalmente e geograficamente, parlano lingue diverse ma sentono in modo simile.
Questo “comune sentire” è l’”ITALICITÀ”. La Comunità Italica deve oggi svegliarsi al suo status vero e proprio di world community portatrice di indiscutibili valori di universalismo, gusto, socialità, urbanesimo.
Luca Meldolesi, già professore di Politica economica presso la facoltà di Economia e Commercio dell’Università Federico II di Napoli è oggi presidente di A Colorni-Hirschman International Institute. nel suo ultimo libro Rammendare il mondo (Rubbettino 2016) sviluppa un ragionamento iniziato in “Italici e città. Città e aree metropolitane: sviluppo, reti globali e dimensione europea” (IDE 2015),
per mostrare che numerose analisi (economiche, aziendali, sociali, politiche) sul mondo in cui viviamo, collegate all’elaborazione antropologica di Clifford Geertz sulle frammentazioni, le differenziazioni ed i conflitti planetari possono condurre effettivamente ad una gestione complessiva più favorevole alle umane sorti. Ciò richiede, tuttavia, il contributo chiave di un’identità mite, non risentita, estetica, affettiva, universalista, cosmopolita come quella italica. In questo quadro, che punta al padroneggiamento delle numerose crisi che ci sovrastano, Napoli e la sua area metropolitana hanno un ruolo decisivo da svolgere: nel Mezzogiorno, nell’area euro-mediterranea, nel mondo intero.
Questo dibattito sarà sviluppato martedì 16 febbraio a Napoli (ore 17, Pan via dei Mille) nell’incontro “Italici svegliamoci e “rammendiamo” il Mezzogiorno!” al quale parteciperanno, oltre a Bassetti e Meldolesi, Valeria Aniello, Dirigente unità di valutazione della Regione Campania), Aldo Berlinguer, (Assessore alle infrastrutture, opere Pubbliche, Ambiente e territorio della Giunta Regionale della Basilicata), Vinni Marino, (Dirigente nazionale Confcooperative), Umberto Ranieri (Presidente Fondazione Mezzogiorno Europa), Paolo Janni (Diplomatico ed ex Ambasciatore presso l’Organizzazione degli Stati Americani, Nicoletta Stame ( Università La Sapienza di Roma). Modera l’incontro Niccolò d’Aquino corrispondente dall’Italia di “America Oggi”.
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