
L’economia delle chiacchiere e i cruschi che nessuno compra
- Posted by Gianni Molinari
- On 12 Settembre 2024
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La Basilicata con -40,9% ha fatto peggio di tutte le regioni nelle esportazioni del primo semestre 2024 (il dato peggiore in assoluto è delle Marche con -41,3% ma è dovuto a un abnorme rigonfiamento nel primo semestre 2023, quando dallo stabilimento di Ascoli Piceno della Pfizer partì una commessa unica di farmaci antiCovid da sette miliardi di euro poi esaurita).
Stellantis contribuisce in modo determinante a questo glorioso esito dimezzando i valori del 2023 da un miliardo a 466 milioni di euro. Altrove (Pomigliano) Alfa Romeo ha riscoperto l’America dov’è tornata accolta da un’ottima risposta del mercato che, peraltro, ha alimentato con la Tonale in due colorazioni esclusive (e molto apprezzate) il “Grigio Ascari” e il “Verde Fangio”, colori in onore dei due monumenti della Formula Uno degli anni Cinquanta.
Ma anche il risultato di Stellantis, con tutti i giorni di cig e non lavoro, era già scritto e non c’era bisogno dell’Istat per la certificazione!
Tuttavia, l’insieme dei settori produttivi mostra un’economia senza personalità, un’accozzaglia di settori che salgono e scendono anche solo per una commessa!
Di 95 settori che hanno esportato almeno un euro nei primi sei mesi del 2024, 58 hanno perso rispetto al 2023, 14 sono cresciuti entro 100mila euro, altri 14 tra 100mila e 500 mila euro; 3 da 500 a un milione, cinque da un milione a 5 milioni; 1 da 5 a 10 e uno oltre 10!
Quello che fa male è il pessimo andamento dei settori “locali”: verrebbe da chiedersi cosa sono serviti decenni di promozioni sui mercati mondiali (un’idea, tuttavia, l’avrei…..) dei prodotti agricoli se, al di là della flessione del primo semestre, le colture “non permanenti” (ortaggi e verdure) sono inchiodate intorno a 15 milioni di eruo, quelle “permanenti” (frutta) a otto milioni e le conserve tra 2,6 e 2,9 (ovviamente tutti e tre i settori in rosso).
Cioè il famoso e inarrivabile puparulo crusco ha girato il mondo e se ne è tornato a casa?
Mentre il settore alimentare è salvato dalla Ferrero e dalle sue “merendine”, che per fortuna – visto l’andazzo generale lucano – hanno altrove la testa e giovano, a dimostrazione che nessuno è fesso, dell’alta capacità dei lavoratori dello stabilimento di Balvano!
Vanno male anche i salotti di Matera che hanno perso il 27% rispetto al primo semestre 2023 (guai a parlare a Matera dei salotti visti come la peste e intanto quest’anno i turisti sono iti… tralasciando le vicende grottesche degli eventi non fatti!).
E pure di petrolio – che sta finendo almeno nella Val d’Agri, o meglio sta finendo dove ora sono i pozzi – ne parte meno!
Cosa dicono questi numeri? Che anni di galleggiamento, senza iniziative, senza farsi venire un’idea per recuperare le aree industriali vuote, portano all’indebolimento generale prima di tutta l’economia.
C’è una strana sensazione: sembra che i lucani si siano fatti l’idea che l’industria sia finita e che si possa passare avanti.
Ci sono i fondi del Pnrr, una pala eolica in ogni giardino, un’altra capitale da assegnare: ecco questa è la filosofia della fine.
Del resto dalla Fiat (1990) in poi non c’è stato un vero investimento industriale, non un investimento dall’estero che pure con generosità sono arrivati nel resto del Mezzogiorno.
Qualcosa vorrà significare?
PS: nelle ultime bozze dell’approvando nuovo piano nazionale degli aeroporti (che è quella cosa che dice chi fa che cosa) non c’è traccia di Pisticci… volare oh, oh, oh, cantare oh, oh, oh…
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