Libri, librerie e librai: Salonicco batte Napoli

Libri, librerie e librai: Salonicco batte Napoli

  • Posted by Gianni Molinari
  • On 22 Luglio 2023
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E’ in corso a Napoli un singolare dibattito sull’indiscrezione che vorrebbe la Feltrinelli intenzionata ad aprire un punto vendita al Vomero.
Mi astengo dal riassunto delle ultime puntate e dal dibattito librerie indipendenti/librerie grandi.
La libreria la fa il libraio e la sua capacità di interessare e incuriosire il lettore: tuttavia grandi e piccoli puntano sui blockbusters, autori che girano in tv, opinionisti, tronisti.
Insomma su gente che garantisce un eco e, quindi, l’incasso (che serve a campare).
La differenze la fanno i librai (vecchi) e anche qualche intelligente direttore di grande libreria che fa un assortimento non banale.
Nelle ultime 4 visite alla Feltrinelli di Napoli Centrale e nelle 3 visite a cosiddette librerie indipendenti cittadine, pur entrato con il desiderio di un acquisto, sono uscito – dopo anche 30′ di consultazione – a mani vuote.
Tra migliaia di libri – direte – non hai trovato nulla?
Non ho trovato nulla che non fosse “vi spiego”, “la verità ultima”, “il caso risolto” o tristissime selezioni di storia ed economia, ma anche una confusione enorme dalle parti della saggistica.
Dalla Feltrinelli a piazza Gae Aulenti a Milano, invece, sono uscito con due borse piene, così come da una piccolissima libreria di Ostuni: in entrambi i casi – oltre a Vespa, Barbero, De Giovanni e compagnia cantando – erano in buona evidenza le idee del libraio, volumi non necessariamente recenti.
Gli stessi volumi li ho cercati e trovati qui a Napoli: sepolti.
Con l’eccezione della Feltrinelli di Ponte di Tappia (che si dice chiuderà per poco fatturato…. ops il centro della città popolato dall’intellighenzia e della borghesia illuminata….) che mi ha fatto scoprire alcuni autori scandinavi originali e interessanti.
Poi sono stato a Salonicco, città bellissima e inaspettata, piena di librerie indipendenti (come si chiamano in Italia): a parte la barriera, per me insormontabile della lingua (con l’aiuto del traduttore) ho notato la differenza e anche il coraggio di mettere in vetrina Dario Fo e Franca Rame tradotti, ovviamente.
E non è una cosa così banale.

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