Trump ci ha finalmente costretti a guardare dove a lungo non abbiamo voluto guardare (di Luca Meldolesi)

Trump ci ha finalmente costretti a guardare dove a lungo non abbiamo voluto guardare (di Luca Meldolesi)

  • Posted by Gianni Molinari
  • On 23 Gennaio 2025
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di Luca Meldolesi

Approfitto dello shock collettivo della diretta televisiva dell’insediamento del Presidente Trump a Washingon del 20 gennaio per cominciare a rispondere telegraficamente ad alcune domande che mi sono state rivolte di recente.

  1. E’ un tipico show da campagna elettorale, una mascherata?  – come ha sostenuto un professore australiano di passaggio da Roma. “Faccio la tara”, naturalmente; ma penso, purtroppo, che non sia così. Casomai è il punto di partenza di un possente tentativo di svolta autoritaria lungamente preparato, ed ora avviato dal Presidente Trump in persona – con determinazione.
  2. Riuscirà? Non possiamo saperlo. Si tratta di un processo che dovrà svolgersi nel tempo: potrebbe ammorbidirsi o irrigidirsi. In questo momento il campo democratico è semplicemente ammutolito; mentre quello repubblicano è al settimo cielo, anche se la sua maggioranza al Congresso è di un solo voto.
  3. La vittoria di Trump era inevitabile (come spesso pensano ex post gli storici)? Penso di no. L’hanno favorita una serie di circostanze – come la salute malferma del Presidente Biden, le due guerre principali in corso, l’aver schivato [Trump] un attentato mortale, l’aver mostrato una leadership carismatica (a lungo sottovalutata dall’opinione colta) espressione di miliardari “grattacelari” (a cui si sono accodati molti “magnifici High Tech”), ma, nello stesso tempo, capace di galvanizzare una popolazione a bassa scolarizzazione, con un “core” nell’America profonda  bianca, anglosassone, protestante, stufa (anzi arcistufa) della condizione economica e sociale in cui è stata (ed ancor più si è sentita) relegata, a casa propria…
  4. Era imprevedibile la vittoria di Trump? Purtroppo no. Casomai sono le dimensioni superiori alle attese che hanno sorpreso – certo effetto congiunto della pochezza democratica, nonostante l’impegno di Kamala Harris,  e del piglio di Trump che ha finito per “sfondare” – anche per altre ragioni…
  5. Vale a dire? Se non erro, l’avvio a spron battuto della amministrazione Trump sta  producendo da noi un certo sgomento (anche) perché ci ha finalmente costretti a guardare dove a lungo non abbiamo voluto guardare: all’avanzamento delle potenze autoritarie e semi-autoritarie nel mondo di oggi; ed al conseguente bisogno (urgente!) di riforma dei funzionamenti delle nostre democrazie.
  6. Certo, la penetrazione economica, finanziaria e militare dei paesi autoritari e semi-autoritari nel Sud Globale (ed oltre) è cosa ben nota… Inoltre, ci siamo occupati (solo saltuariamente) di Cina o di Russia, ma ci siamo ormai dimenticati che al tempo di Deng in Cina ed al dopo Gorbaciov in Russia importanti tendenze democratiche di quei due grandi paesi sono state soppresse. Perché non ci occupiamo della loro rinascita? D’altra parte, la Cina è oggi di gran lunga la maggiore fabbrica manifatturiera del mondo, è più ricca degli Stati Uniti in termini di potere d’acquisto del proprio Pil e gli tiene testa sul piano tecnologico. Inoltre la Russia con i suoi stati satelliti è una grande potenza militare; mentre il primo mercato finanziario mondiale è… quello indiano. Eppure molti di noi non si sono neppure accorti dei progressi materiali di paesi semiautoritari con India, Turchia, Ungheria ecc..
  7. Allora, cari amici tocca a me farvi una domanda: perché stupirsi? Chi si ricorda che per Clinton la Cina, a lungo benedetta dalle grandi corporations, sarebbe diventata democratica? Perché continuiamo a trastullarci con il multilateralismo caro a Romano Prodi? Perché non ci rendiamo conto delle rivalità crescenti tra grandissime, grandi e medie potenze, del ritorno dei rapporti di forza e delle politiche conseguenti? La vittoria di Trump negli Stati Uniti non rappresenta, a tal proposito, un serio campanello d’allarme?
  8. E ancora, se l’idea che una gestione autoritaria o semi-autoritaria è più conveniente di una gestione democratica del potere prevale oggi in un’ampia parte del mondo, non dobbiamo dimostrare che non è così? Non dobbiamo rilanciare, nel piccolo e nel grande, la legittimità, la ragione sociale, l’efficacia/efficienza dell’intero arco delle politiche democratiche (rivedute, corrette ed adeguatamente sviluppate), a partire dalla situazione europea e mediterranea in cui ci troviamo?

 Che ne pensate?   

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