E’ possibile che 3,4 milioni contribuenti dichiarino mille euro all’anno?

E’ possibile che 3,4 milioni contribuenti dichiarino mille euro all’anno?

E’ possibile che 3,4 milioni contribuenti dichiarino mille euro all’anno?

  • Posted by Gianni Molinari
  • On 13 Novembre 2023
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Pubblicato su Il Mattino il 1 novembre 2023

Si può vivere con meno di mille euro di reddito lordo annuo? Se lo fanno 3,4 milioni di italiani, evidentemente sì. Il 5,8 per cento di tutti i contribuenti italiani ha confessato nella dichiarazione dei redditi del 2022 (introiti 2021) di avere in portafoglio 80 euro al mese (che può essere anche meno perché la classe comprende i redditi da zero a mille!).

I dati del Dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia sono una fonte quasi infinita di informazioni e curiosità che spaziano su tutti i comuni rivelando ricchi e poveri e sollevando più di un dubbio sulla sincerità di un bel po’ di contribuenti. Anzitutto – riguardo ai 3,4 milioni – va specificato che il reddito di cittadinanza (siamo nel 2021 ed era percepito da più di 1,1 milione di cittadini) non è qualificato come reddito (ma prestazione assistenziale) e quindi non soggetto all’imposta sulle persone: chi aveva l’esonero dalla dichiarazione dei redditi lo ha continuato ad avere; chi faceva il 730 lo ha continuato a fare senza includere il reddito di cittadinanza.

Quindi, tra i 3,4 milioni ci possono essere anche percettori del Reddito ma per redditi derivanti da altre attività e compatibili con le regole all’epoca dell’Rdc.

La classifica in valore assoluto delle regioni con i contribuenti con redditi tra zero e mille euro annui ricalca quella del peso della popolazione: Lombardia, Lazio, Campania. Invece le cose cambiano facendo il rapporto di quella classe di reddito con la popolazione e, quindi, l’8,2% di tutti i molisani (neonati compresi) ha un reddito annuo inferiore a mille euro contro il 4,8% degli emiliani.

DIECIMILA

Ma è facendo un passo avanti – seguendo la classificazione del Dipartimento delle Finanze – si osservano tutti i redditi fino a diecimila euro (disponibili fino al livello comunale) e si scopre che tra piccolissimi comuni montani (abitati ormai da nord a sud prevalentemente da anziani pensionati, che già nella vita lavorativa avevano bassi redditi), spuntano alcuni campioni del turismo che non si sarebbe immaginato di trovare così poveri. Così a stupire non è Cavargna, minuscolo abitato in provincia di Como con il 70% dei suoi contribuenti che non supera i diecimila euro, o l’aspromontina Platì (Reggio Calabria) con il 61,5%, o Castelvetere in Val Fortore (Benevento) con il 58%, ma le soleggiate e accorsate Isola Capo Rizzuto (Crotone) e Camerota (Salerno).

A Isola Capo Rizzuto su 8.068 contribuenti ben 4.591 hanno dichiarato al fisco un reddito lordo tra zero e diecimila euro (cioè il 57%); a Camerota 2.647 su 4.679 contribuenti (il 56,7%) hanno fatto sapere all’agenzia delle Entrate di non superare i 10mila lordi. Peccato, ci si immaginava che le cose andassero un po’ diversamente soprattutto perché questi due comuni sono assediati da un qualche migliaio di centri, meno fortunati geograficamente. Anche perché comuni con le stesse caratteristiche hanno nella classe di reddito dimensioni completamente diverse: Vietri sul Mare al 37%, Sorrento al 34,6% per esempio.

GLI OVER 120

All’altro capo della classifica ci sono quelli che una volta si chiamavano ricchi. E anche qui i numeri sono curiosi: quelli che pagano più tasse di tutti sono 129 contribuenti lucani che dichiarano al Fisco più di 300mila euro e che di questo reddito versano alla casse dello Stato in media il 39,6% del reddito lordo, seguiti ad un soffio da contribuenti della stessa classe delle Marche, Lombardia e Sardegna con il 39,4%.

 

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