
Perché dobbiamo sperare nella stabilità della Germania
- Posted by Gianni Molinari
- On 19 Gennaio 2025
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Il governo stabile della Germania, dopo le elezioni del 23 febbraio, è interesse dell’Italia e degli italiani molto più di quanto si possa immaginare.
Confondiamo in modo disarmante l’interesse nazionale (cioè i rapporti politici ed economici) con i costumi: non siamo obbligati a piacerci.
Le due economie sono intrecciate molto più di quello che si possa pensare, soprattutto quelle delle regioni del nord.
L’interscambio commerciale tra i due paesi nei primi dieci mesi del 2024 è stato di 131,6 miliardi di euro, il 13,22 per cento del totale italiano.
La Germania è il primo stato sia per l’import, sia per l’export.
Al secondo posto c’è la Francia (che pure ci interesserebbe stabile e tranquilla), ma il suo interscambio è a 90 miliardi, ben lontano dalla Germania, al terzo gli Stati Uniti.
La Lombardia, per esempio, nei primi nove mesi del 2024 ha esportato in Germania beni e servizî per 14,7 miliardi di euro, in pratica equivale a tutto l’export di Sicilia e Sardegna!
Il settentrione, in particolare – come si dice a Sud – è legato “mani e piedi” al destino tedesco e che certi fenomeni politici avversi alla Germania si annidino in particolare in quelle aree è davvero singolare (per esempio basterebbe per calmare questi spiriti il valore dei turisti tedeschi in Veneto!).
Una Germania debole è un problema immane per l’Italia. È irrealistico credere di sostituire le relazioni con la Germania con altre aree: tutta l’Africa vale un quarto della Germania! e dalla Cina arrivano 41,8 miliardi di import, contro 12,7 di export.
Ciò detto, bisogna fare i conti con una Germania che non è quella che abbiamo conosciuto fino a oggi.
Il prestigioso Istituto Leibniz per la ricerca economica di Halle (IWH) stima che
fino al 2029 il potenziale produttivo dell’economia tedesca crescerà solo a un tasso medio annuo dello 0,3%, significativamente più debole rispetto agli anni precedenti. La causa è uno sviluppo meno favorevole di tutti e tre i fattori: volume del lavoro, stock di capitale e produttività totale dei fattori.
«La crescita potenziale è frenata soprattutto dal calo del volume di lavoro dovuto alla diminuzione della popolazione in età lavorativa», ha affermato Oliver Holtemöller, capo del dipartimento di macroeconomia e vicepresidente dell’IWH.
È evidente, quindi, che le idee del partito di ultradestra Afd sulla “reimmigrazione” di due milioni di stranieri sono una follia, visto che servono lavoratori e che i tedeschi, come gli italiani, fanno pochi figli.
Da quando ha avuto l’appoggio di Musk (nel Brandeburgo c’è l’unico stabilimento in Europa di Tesla!), l’Afd nei sondaggi è cresciuta più o meno dell’1% (ora intorno al 21%) pescando dall’elettorato della Cdu-Csu (ora intorno al 30%) che è il partito con le maggiori probabilità di vincere le elezioni e poi governare in coalizione con i Verdi (si sussurra che l’accordo sui temi economici, sociali e ambientali sia cosa fatta, mentre permangono significative distanze sulla questione dei diritti).
Se si esce da Berlino (città non amata dagli stessi tedeschi) si comprendono i motivi del successo dell’Afd, in particolare, la questione immigrati.
La Germania ospita la più numerosa comunità turca, nel 2015 ha aperto le sue porte a un milione di immigrati siriani in fuga dal regime di Assad: Angela Merkel convocò i capi azienda delle principali società tedesche per sollecitare l’apertura delle porte a questi immigrati. Cosa che è stata fatta. Un siriano, arrivato nel 2015, Ryyan Alshebl è stato eletto con i Verdi sindaco di Ostelsheim, cittadina del Baden-Württemberg.
La Germania è un paese dalle forti tradizioni identitarie, meglio comprensibili se si osservano nelle piccole comunità: nelle Ratskeller intorno agli Stammtisch si consuma un rito unico, incomprensibile soprattutto per noi italiani: gli amici si siedono insieme (il tavolo è a loro riservato, evitare di sedersi…) e stanno anche ore senza parlare o scambiando di tanto in tanto una parola e sorseggiando una birra. Una filosofia di vita, il culto del silenzio.
L’anima tedesca la racconta bene Vanna Vannuccini in Piccolo viaggio nell’anima tedesca attraverso parole come Weltanshauung, Nestbeschmutzer, Querdenker, Schadenfreude, Zweisamkeit, Vergangenheitsbewältigung, Männerfreundschäft, Zweckgemeinschaft, Mitläufer, Feierabend, Rechthaber, Quotenfrauen, Wanderweg, Unwort, Zeitgeist.
È chiaro che negli anni qualcosa non ha funzionato e non lo si è capito. E che per una parte non piccola dell’opinione pubblica, soprattutto nelle aree periferiche e nei comuni più piccoli, soprattutto dell’ex Ddr, la coesistenza con le comunità, soprattutto islamiche, è problematica.
È inutile, in Germania come altrove, liquidare questa situazione con slogan: la realtà è ben più complessa e richiede nuove soluzioni. Certamente non quelle dell’Afd, irrealizzabili e con sinistre somiglianze.
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