Perchè solo il 6% dei comuni altoatesini è senza banche contro l’82% di quelli del Molise: spigolature sulle relazioni di Bankitalia

Perchè solo il 6% dei comuni altoatesini è senza banche contro l’82% di quelli del Molise: spigolature sulle relazioni di Bankitalia

Perchè solo il 6% dei comuni altoatesini è senza banche contro l’82% di quelli del Molise: spigolature sulle relazioni di Bankitalia

  • Posted by Gianni Molinari
  • On 22 Giugno 2023
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Ogni anno a giugno, dopo le “considerazioni finali” del Governatore della Banca d’Italia, tradizionalmente tenute il 31 maggio, le varie sedi dell’Istituto provvedono a pubblicare i fascicoli sulle economia regionali.

C’è molta attesa per queste pubblicazioni, anche se la stragrande maggioranza dei dati è nota perché sono elaborazioni di altre fonti ufficiali (Istat, Inps, Camere di Commercio, amministrazioni locali soprattutto): la vera miniera sono i dati di diretta cognizione della Banca centrale (c’è pure un indagine sulle aspettative delle imprese, una tipologia qualitativa basata sulle impressioni che sovente lascia il tempo che trova, e un’indagine sul turismo internazionale la cui ultima edizione è stata pubblicata a giugno 2022 e, sfortunatamente, poco utile in questi giorni).

Quest’anno la Banca ha inserito in tutte le relazioni regionali un “riquadro” sugli sportelli bancari nel territorio che, com’è sotto gli occhi di tutti, stanno sparendo.

La griglia più o meno e la stessa, ma qua e là le cose sono diverse, talvolta con meno informazioni e utilizzando nel riquadro il confronto 2015/2022 e nell’appendice statistica 2012/2021/2022 giusto per fare un po’ di confusione.

Banca d’Italia spiega che gli sportelli chiudono in comuni marginali, con popolazione dall’età più alta, dove risiede un numero esiguo di imprese e che comunque nel raggio di qualche chilometro uno sportello bancario si trova, così come sono comuni che hanno sportelli postali. E che la gran parte delle operazioni si fanno on line e questi comuni hanno almeno una velocità di rete di 30 Mbps (diciamolo, non certo una scheggia…)

Tutto vero. Ma.
C’è un discorso sulla articolazione del sistema bancario che emerge proprio guardando tutti insieme questi rapporti: in Alto Adige, dov’è radicato il sistema delle banche di credito popolare non hanno chiuso istituti (nel senso che non sono finiti in fusioni) e il numero degli sportelli tagliati è esiguo. Tanto che solo 7 comuni altoatesini su 116 non hanno uno sportello bancario (6%) , contro il 52% della Campania, il 61% del Piemonte, il 71% della Calabria e il 22% della Puglia per concludere con l’82% del Molise.

Riguardo al Piemonte Bankitalia spiega che “I comuni non serviti da banche e poste sono spesso privi anche di altri servizi: quasi tre su quattro non hanno una tabaccheria, quattro su cinque sono senza scuola e nella quasi totalità dei casi non c’è una farmacia”. Bella consolazione!

La prima considerazione riguarda la struttura dei servizi: meno servizi ci sono, più i comuni si spopolano.

La seconda: la banca dovrebbe essere il luogo della consulenza per le imprese presenti e future e per le loro operazioni quotidiane che – come sa chi fa impresa – sono leggermente, ma proprio leggermente, da chi ha solo il conto corrente. L’assenza impoverisce anzitutto la prospettiva.

La terza: si può tollerare che banche frutto di aggregazioni galattiche tanto da finire nello spazio “too big, to fail” che fanno utili miliardari poi non trovino un modo di presenziare il territorio anche quello più periferico?

La quarta: può la banca centrale – a cui dopo la nascita della Bce – ha meno affanni da gestire – assistere passivamente a questo fenomeno (dopo avere negli anni ‘80 e ‘90 consentito fusioni per incorporazione che oggi meriterebbero una valutazione diversa)?

NB: riguardo alla notazione che dove non ci sono banche “gli sportelli postali, che offrono servizi analoghi a quelli offerti dagli sportelli bancari” consiglio una gita nei comuni dopo lo sportello postale è aperto tre giorni a settimana per poche ore. E comunque anche gli sportelli postali sono diminuiti: da 13.240 del 2012 a 12.484 del 2022.

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