Poca vaniglia dal Madagascar, il gelato è in pericolo

Poca vaniglia dal Madagascar, il gelato è in pericolo

  • Posted by Gianni Molinari
  • On 28 Marzo 2016
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vanilla-extractIl mondo delle materie prime (minerarie e non minerarie) è incredibile e dimostra come l’interconnessione delle economie risalga al momento stesso del passaggio dalla preistoria alla storia.

Ne “I Mercanti di Venezia” (Einaudi, 1982), Frederic C. Lane  racconta, attraverso le vicende della famiglia Barbarigo, il commercio delle spezie tra il 1400 e il 1500: un intreccio di traffici nel mondo antico tra decine di porti e approdi allora conosciuti. Cannella, zenzezo, olio (alla faccia di chi protesta per le 35mila tonnellate senza dazio in arrivo nell’Ue dalla Tunisia), pepe, zafferano e altro, un racconto tra alti e bassi dei corsi, libri contabili, banche e qualche nave in difficoltà.

Oggi il mondo delle materie prime è ancor più affascinante: nei mercati interconnessi in tempo reale le informazioni restituiscono minuto per minuto la situazione sul pianeta. Con le opportunità ma anche i rischi soprattutto per le economie dei paesi meno sviluppati se concentrano in un solo prodotto gran parte delle esportazioni.

Così sul finire degli anni ’80 l’Uganda si trovò a gestire una drammatica crisi economica perché i prezzi del caffè crollarono a livello mondiale e, siccome oltre il 90% dell’export ugandese era costituito dal caffè, ci furono momenti difficilissimi che dalle quelle parti poi si tramutano sempre in qualche colpo di stato o guerra civile.

E nel 2015 un pessimo raccolto di vaniglia in Madagascar, secondo produttore al mondo della delicata spezia (la più costosa dopo lo zafferano), rischia non già di compromettere l’economia di quel paese quanto di rendere esigua la disponibilità di gelati di quel gusto soprattutto nei paesi nord europei dov’è molto ricercato, tanto da essere il gusto più venduto in Inghilterra.

Nell’ultimo anno le poche quantità in circolazione hanno avuto un incremento di prezzo del 150% rispetto al 2014 e il peggio deve ancora venire: a febbraio – ha raccontato al Guardian Charlie Thuillier, il fondatore e amministratore delegato di gelati Oppo – un litro di vaniglia è stato pagato 35 £ ma ore è già a 76£!. Un chilo di semi vale 144 sterline.

Un po’ troppo per i produttori di gelato anglosassoni che pare non gradiscano le produzioni degli altri paesi né gli additivi sintetici.

 

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