Quanto costerà all’Italia la guerra in Ucraina? Tre miliardi, per iniziare

Quanto costerà all’Italia la guerra in Ucraina? Tre miliardi, per iniziare

Quanto costerà all’Italia la guerra in Ucraina? Tre miliardi, per iniziare

  • Posted by Gianni Molinari
  • On 24 Febbraio 2022
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L’aggressione russa all’Ucraina avrà conseguenze economiche ora indefinibili. Le prime conseguenze riguarderanno l’applicazione delle sanzioni che si abbatteranno sulle esportazioni.

Ma quanto esporta l’Italia in Russia e soprattutto cosa esporta. E inoltre quanto importa e cosa.

L’Italia nei primi 11 mesi del 2021 ha esportato nel mondo 470 miliardi di euro di beni e servizi, verso la Russia 7 miliardi, cioè l’1,49% del totale.

Per capire il “peso” bisogna considerare che la Germania vale – negli stessi primi 11 mesi del 2021 – 18,3 miliardi, la Francia 16,2, la Spagna 9,8, l’extra-comunitaria Gran Bretagna 5, l’Austria 4,6, gli Stati Uniti 8,4.

Insomma importante, ma non decisiva.

Torniamo alle sanzioni del 2014 imposte da Usa, Unione Europea e altri nel febbraio 2014 dopo l’invasione (e annessione) della Crimea.

Appena si assesta il sistema delle sanzioni (cioè nel 2016) l’import dalla Russia si dimezza (-47,3%), mentre l’export italiano perde il 37,9%.

Per capire tutto questo occorre anzitutto dare un’occhiata al tipo di sanzioni.

Secondo questa generosa ricostruzione di Wikipedia le sanzioni del 2014  “hanno contribuito al crollo del rublo e alla crisi finanziaria russa del 2014. Questa ha causato un danno economico ad un certo numero di stati europei con un totale di perdite stimato a 100 miliardi € nel 2015”. Ed ancora “le sanzioni hanno costretto la Russia a cambiare atteggiamento nei confronti dell’Ucraina, oltre ad aver minato i progressi militari russi nella regione”.

Sulla seconda affermazione attribuita a un diplomatico ucraino è meglio lasciare correre.

Concentriamoci sull’impatto economico, soprattutto ciò che ha riguardato l’Italia.

Anzitutto un riferimento alla struttura del commercio tra i due paesi (dal 2010 in poi):

  • il saldo è sempre negativo per l’Italia, mediamente la Russia esporta il doppio di quanto importa dal Bel Paese;
  • l’energia (petrolio, gas e antracite) rappresenta la stragrande maggioranza dell’export russo in Italia (con una punta dell’86,5% sul totale nel 2013, poi man mano scende per il ridotto apporto del petrolio fino al 68,2% dei primi 11 mesi del 2021, ultimo dato disponibile)
  • l’export italiano per il 33% (dato stabile negli anni) è rappresentato da macchine (intese come impianti, strumenti, macchinari e simili), del 17% moda (in flessione dal top del 22% del 2012), dal 4% dai mobili (in flessione dal top del 6,7% del 2010) e dall’8% di prodotti alimentari (quota raddoppiata dal 2010); le automobili (e loro parti) sono intorno al 4%:
  • quindi l’export russo è concentrato in un solo settore, quello italiano tra più settori.

Qui vediamo i primi 10 settori (Ateco tre cifre) di import ed export nei primi 11 mesi del 2021

E veniamo alle sanzioni del 2014, decise nel febbraio ma, ovviamente, applicate e consolidate nei mesi seguenti.

Nell’anno precedente alla guerra di Crimea, il 2013, i rapporti commerciali Italia-Russia avevano raggiunto il loro massimo: 20,1 miliardi di importazioni e 10,7 miliardi di esportazioni.

La gestione dell’import dalla Russia è più semplice: dei 9,5 miliardi di euro “persi” tra il 2013 e il 2016 ben 9,2 miliardi sono petrolio e gas che sono gestiti abbastanza centralmente da ambo i lati (contratti di petrolio e gas) , mentre il “colpo” italiano (4 miliardi) è sostanzialmente assestato alle macchine (-1,4 mld), dall’abbigliamento (-923 milioni), dalle auto (-355 milioni) e in misura molto minore dall’alimentare (-233 milioni).

C’è una curiosità molto importante: nonostante le sanzioni tra il 2013 e il 2016 cresce l’importazione di metalli preziosi (oro, alluminio, rame e simili) da 266 milioni del 2013 a 730 milioni del 2016 per volare a 1,7 miliardi dei primi 11 mesi del 2021.

Ancora più interessante è la quota russa di tutto l’import italiano di metalli preziosi: dall’1,81% del 2013 (266 milioni vs 14,7 miliardi), al 5,05% del 2016 (730 milioni vs 14,4 miliardi) e finire al 7,47% dei primi 11 mesi del 2021 (1,7 vs 23,3 miliardi)!

Sugli effetti delle sanzioni nel 2019 si sviluppò – governo gialloverde in carica – un curioso dibattito tipicamente italiano pieno di bufale, più o meno in buona fede con protagonisti, tra gli altri,  l’allora vicepresidente del Consiglio e oggi ministro degli Affari esteri, Luigi Di Maio, e l’ineffabile Coldiretti. In questo testo provai già allora a spiegare che le chiacchiere erano cosa diversa dalla realtà.

Quindi, cosa c’è in ballo?

Se con le nuove sanzioni ci fosse l’analogo andamento del 2014, l’Italia perderebbe 3 miliardi, la Russia 6,3 miliardi all’anno. 

 

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