È davvero finita l’epoca dei viaggi aerei a 0,99 centesimi di euro come ha preconizzato il vulcanico numero uno di Ryanair, Michael O’Leary (nella foto a sinistra nel 2017 a Napoli Capodichino con l’ad di Gesac dell’epoca, Armando Brunini, ora ad della Sea di Milano), per colpa dell’impennata dei prezzi dell’energia causati dalla guerra in Ucraina? O’Leary, al quale va riconosciuto di aver cambiato il trasporto aereo e di averlo aperto a tutti, come spesso gli capita, da genio del marketing, dice mezze verità.

O’Leary sa bene che il successo di Ryanair è dovuto alla politica dei prezzi e che – al di là delle chiacchiere – è bene trattare il tema nella realtà con molta cautela (l’altro Ceo di Ryanair Eddie Wilson per esempio la pensa all’opposto di O’Leary) soprattutto in Italia dove
Ryanair questa estate si avvia a trasportare il 50 per cento di tutti i passeggeri.

O’Leary e il suo marketing sanno che le tariffe 0,99 cent ma anche 9,99 euro sono una sorta di specchietto delle allodole riservate a un numero esiguo di posti di ciascun volo perché i prezzi da tempo sono già più alti (sarà stato sufficiente ridurre il numero di posti offerti a 0,99 centesimi e far crescere quelli ad altre tariffe) tanto che – per esempio – un volo di sola andata Catania-Napoli acquistato a giugno scorso poche ore prima della partenza ha impegnato ben 253 euro!

Per cui è vero che sono cresciuti i costi dell’energia, ma è anche vero che la scarsità di personale di questa estate (che ha portato alle numerosissime cancellazioni di molte compagnie) e gli scioperi proprio degli addetti delle low cost (mai prima era successo) impongono una diversa gestione, diciamo più “aperta” del personale che comporterà un aumento dei costi.

E , infatti, dopo aver parlato dei costi dell’energia O’Laery se l’è presa con la Brexit.

«Se ci fosse qualche onestà da parte del governo Johnson, ammetterebbe che la Brexit è stata un disastro per la libera circolazione dei lavoratori e che una delle principali difficoltà che l’economia britannica deve affrontare in questo momento è la mancanza dei lavoratorì».

Inoltre, e questo vale per l’Italia, il quadro regolamentare è in movimento: a O’Leary conviene perciò una struttura meno low cost “primitiva” per confermare il proprio posizionamento.

Chi viaggia sa che da tempo 0,99 & co. sono tariffe miracolose e che in realtà il prezzo dei biglietti è più alto ed è in ragione del tempo precedente al volo, ai vari lotti di ciascun volo e ai servizi accessori (oltre alle tasse aeroportuali dove con mirabile lungimiranza si accaniscono varie amministrazioni locali alle quali si potrebbe consigliare una gita a Khartum in Sudan dove la tassa locale è bella e tonda a 100 dollari).
Ryanair certamente ritoccherà, come ha annunciato O’Leary, ma essendo il prezzo il motivo della sua esistenza dovrà farlo in modo accorto perché il mondo del trasporto aereo è quello più concorrenziale e i passeggeri si spostano da una compagnia all’altra con estrema facilità e anche avere la rete più estesa di tutti potrebbe essere uno svantaggio più che un punto di forza. Ma il vulcanico Micheal tutto questo lo sa, come sa benissimo che il concretizzarsi dell’operazione Msc-Lufthansa-Ita potrebbe far nascere un operatore con una forza e un’agilità che finora non ha mai incontrato: che poi in fondo era il motivo per cui voleva rilevare pezzi di Alitalia per evitarsi un concorrente impegnativo in un paese che è un potente attrattore turistico e gode di un importante flusso di turisti durante tutto l’anno.

Aggiornamento

A riprova che il volume di traffico di Ryanair è – diciamo – anelastico rispetto al costo dell’energia nella settimana 8-14 agosto Ryanair (unica compagnia) ha avuto un incremento di voli del 15% rispetto alla stessa settimana del 2019 !

Pubblicato su Il Mattino del 12 agosto 2022