Un Paese incatenato alle lobby, il caso dei tamponi Covid

Un Paese incatenato alle lobby, il caso dei tamponi Covid

Un Paese incatenato alle lobby, il caso dei tamponi Covid

  • Posted by Gianni Molinari
  • On 26 Ottobre 2023
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I sindacati delle parafarmacie (la bellezza di cinque sigle…..) hanno raccontato oggi che il governo ha respinto la richiesta di allargare alle parafarmacie alcuni servizi come analisi, telemedicina e tamponi covid e streptococco.

In premessa occorre chiarire che le “parafarmacie possono essere di proprietà di qualsiasi soggetto ma la legge italiana prevede l’obbligo di presenza di un farmacista iscritto all’albo in tutti i casi vi sia vendita di medicinali”.

Le parafarmacie sono uno dei pochi frutti delle “lenzuolate” liberalizzatrici di Bersani nel 2006: possono fare una serie di cose, principalmente possono vendere i farmaci da banco e di fascia C, farmaci veterinari e alcune altre cose. (nel link la descrizione completa).

I poveretti dopo aver aderito alla magnifica iniziativa del trimestre antinflazione pensavano di meritare come ricompensa la possibilità di fare qualcosa in più, tra cui i tamponi del Covid.

Il Covid, nonostante sia meno aggressivo di come lo abbiamo conosciuto negli anni scorsi, soprattutto quello virulento dell’estate del 2022 con la mitica variante Omicron, comunque gira e si fanno ancora tanti tamponi: nella rilevazione di venrdì scorso del ministero della Salute (relativa al periodo 12-18 ottobre) se ne sono contati 245.458 (quelli registrati sulle piattaforme quindi tra farmacie e ospedali).

Pure nella magra si tratta in sette giorni di una cifra tra 2,5 e 3 milioni di euro!

Dall’inizio del Covid ne sono stati fatti quasi 276 milioni!

Ai poveri parafarmacisti il sottosegretario Bitonci ha risposto negativamente!

La storia dei tamponi Covid è il paradigma di questo Paese in mano alle lobby: quando arrivo il generale Figliuolo le farmacie accettarono il prezzo calmierato a 15 euro, prezzo che è rimasto tale anche dopo la fine dell’emergenza come rivendica Federfarma, il sindacato dei farmacisti.

A chi faceva osservare – conoscendo i prezzi dei materiali – che era un prezzo esagerato, i farmacisti spiegarono che la differenza era la professionalità necessaria. Nulla quaestio: solo che i tamponi nelle farmacie, nella stragrande maggioranza, non li facevano i farmacisti ma altro personale.

Qualche farmacia, presa dal sacro fuoco della concorrenza, tuttavia aveva prezzi più bassi anche 10 euro.

I kit, tuttavia, si vedevano nei supermercati anche a 3/5 euro.

Ognuno si sarà fatto un tampone a casa e, onestamente – almeno io mi sono sfondato meno il naso di quanto avvenuto nelle farmacie – tutta questa scienza infusa per fare un tampone non si capiva.

Però ai poveri parafarmacisti, che sempre laureati in farmacia e iscritti all’Albo, si poteva concedere il piacere di fare i tamponi. Invece niente.

La torta deve restare indivisa.

In Grecia un tampone rapido (vedi foto fatta a giugno 2023), lo stesso dell’Italia, costa TRE euro e non si dica che è una questione di differenti costi della vita perché del tampone ciò che costa è il Kit: vengono tutti dalla Cina e costano per tutti uguale. In Italia, Grecia e il resto del mondo.

Ai poveri parafarmacisti non è restato che definire

Il comportamento dell’esecutivo è inspiegabile e non giustificato da motivi economici, perché gli emendamenti sarebbero stati a costo zero per lo Stato. Comportamenti che smentiscono le dichiarazioni d’indipendenza del Governo dai poteri  forti più volte dichiarato dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Fate debiti con la bocca in campagna elettorale, ammoniva un vecchio deputato.

Mai massima è stata più vera.

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