Una mano ha sparato altre stanno coprendo….. in ricordo di Karim

Una mano ha sparato altre stanno coprendo….. in ricordo di Karim

Una mano ha sparato altre stanno coprendo….. in ricordo di Karim

  • Posted by Gianni Molinari
  • On 2 Gennaio 2024
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Nella notte tra il 31 dicembre 2007 e il 1 gennaio 2008, a Trentola Ducenta (Caserta) un bambino di 10 anni fu colpito alla testa da un proiettile vagante.  Karim, nato in Italia, figlio di immigrati tunisini, ha subito moltissimi interventi chirurgici e ora vive, in una regione del nord, con il proiettile in testa: vive una vita difficile da disabile. Le indagini non hanno portato a nulla. Ero responsabile della redazione di Caserta del Mattino e su quel caso lavorarono Daniela De Crescenzo, Francesco Esposito e Marilù Musto. Francesco e Marilù, giunti sul posto, nella primissima mattina trovarono almeno un bossolo – dello stato calibro del proiettili che aveva ferito Karim – che consegnarono agli inquirenti.

Un mese dopo scrissi questo fondo

È volato un mese. Il ferimento di Karim ha lasciato il Paese attonito. Non è la prima volta che festeggiamenti per il nuovo anno si trasformano in tragedie. Non è la prima volta che tragedie simili restano senza responsabili. Ma ogni volta è una sconfitta. È una sconfitta anzitutto di una collettività che viene deturpata da un gesto vile e arrogante: la mia festa, la tua tragedia. C’è un bambino in fin di vita, una famiglia distrutta, un banco vuoto. Ma ancora non c’è un responsabile.

C’è una persona che da un mese vive una vita normale sapendo di aver trasformato la gioia di una vita appena iniziata in un inferno. E ci sono altri che a quel gesto hanno assistito durante gli assurdi festeggiamenti per il nuovo anno. Non c’è vincolo parentale, amicale o criminale che non possa crollare sotto il peso di questo rimorso. È una questione di tempo. Quel tempo per giocare, per conoscere, per vivere che a Karim è stato tolto. Eppure in un mese, nonostante l’impegno profuso, non è stato individuato un responsabile, né è stato possibile stabilire con certezza la dinamica del fatto. In quei minuti a cavallo tra il 2007 e il 2008 nelle strade vicine all’abitazione di Karim sono stati sparati svariati colpi di pistola; sono stati trovati tre bossoli dello stesso calibro del proiettile che è ancora nella testa del bambino. Uno scenario simile a un teatro di guerra, almeno di guerriglia urbana. Ma è uno scenario che ha testimoni, finora omertosi.

Una mano ha sparato, altre stanno coprendo. La mamma di Karim, il papà, i fratelli, i compagni di scuola e di giochi, la comunità di Trentola Ducenta aspettano. Aspettano che qualcuno si faccia avanti, che ritrovi un minimo di dignità.

 

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