Una storia italiana

Una storia italiana

  • Posted by Gianni Molinari
  • On 29 Gennaio 2016
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Un amico che vive in una grande città italiana mi ha raccontato la storia seguente e che, per tanti versi, merita di essere condivisa.

L’amico ha fittato un piccolo appartamento in un quartiere pop-chic, nel senso che è popolare ma è ampiamente infiltrato da ceto medio-alto che ha ristrutturato abitazioni storiche malridotte trasformandole in comode residenze.

Il fitto – mi racconta – è abbastanza ragionevole e, ovviamente, versato completamente “in nero”; il palazzo, pur non essendo, come si usa dire, signorile, è ben tenuto e ha anche un portiere, anzi un portiera! Come??!?!?! Nel senso che il contratto di lavoro è passato dal marito alla moglie e nessuno sa perché (proprio nessuno no….).

La portiera svolge le sole funzioni di portierato; la pulizia delle parti comuni dello stabile è affidata ad altri soggetti. Alla famiglia della portiera è anche assegnato un alloggio che, tuttavia, non è usato.

Un bel giorno i condomini si sono chiesti (al mio amico il condominio per 35 metri quadrati costava 100 euro mensili) a cosa servisse la portiera considerato che le uniche funzioni apparentemente svolte erano quelle del saluto ai condomini, di filtro per i visitatori (“più in funzione pettegolezzo che filtro” racconta acido il mio sodale) e l’attivazione della gettoniera dell’ascensore (5 cent a corsa), con l’incameramento del relativo incasso (quando è in servizio l’ascensore misteriosamente è gratis) – e hanno stabilito considerati i costi molto alti e anche le difficoltà di molte delle famiglie residenti che era preferibile ridurre il contratto: non più full time (dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 13 e dalle 16 alle 19), ma part-time (dalle 9 alle 13, sempre dal lunedì al venerdì).

Da quel giorno la salute della portiera – che l’amico mi descrive sempre in ottima forma, oltre che dalla lingua estremamente lunga e affilata –  è diventata assai precaria: in pratica la garitta è quasi sempre vuota e la legittima inquilina è rappresentata da una serie di certificati medici.

Ma il mio amico giura di averla vista in giro felice e sorridente!

Il giorno dopo è però arrivato un altro certificato.

 

 

 

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